Il potere della pubblicità

La comunicazione pubblicitaria è utilizzata anche dagli esperti di web marketing per ideare le proprie campagne di comunicazione online, scopriamo insieme la teoria forte e la teoria debole sulla pubblicità.

Teoria forte

Esiste una teoria, chiamata “Teoria Forte della Pubblicità”, per cui sia chi è a favore sia chi è contrario alla pubblicità, è convinto che questo mezzo informativo abbia un’elevata forza di persuasione. Basti a pensare a come la pubblicità sia in grado di condizionare scelte e modi di agire dei consumatori.

Sempre la pubblicità è in grado di manovrare la volontà di un individuo (cosciente o no di questo fatto), trattandolo come una persona apatica e in certo qual modo “stupida”. Sempre per la Teoria Forte della Pubblicità, essa adotta una tecnica di attacco così efficiente da riuscire ad condizionare le vendite di specifici marchi o d’interi ambiti merceologici.

Questa teoria ha, però parecchi punti deboli, in quanto in realtà le vendite chiaramente imputate alla pubblicità sono esigue e, nonostante l’apporto dato da questo mezzo, spesso molti nuovi prodotti in commercio non hanno successo. Inoltre il consumatore tende a rimanere fisso su un range di marchi piuttosto definito, variando il quantitativo; inoltre nell’ambito dei beni di largo consumo le vendite hanno un andamento pressoché uniforme e pronosticabile. Infine le vendite di un determinato prodotto, nella maggior parte dei casi, non subiscono aumenti superiori all’1-2% l’anno.

Teoria debole

La “Teoria Debole”, chiamata anche “Teoria degli Effetti Limitati della Pubblicità”, è una teoria che ridimensiona la “Teoria forte”, riducendo il potere delle pubblicità. Per la “Teoria debole”, infatti, le réclame hanno solo un connotato informativo: vengono cioè date ulteriori informazioni al consumatore circa le caratteristiche di un prodotto. Bisogna però osservare che il cliente è più orientato ad ascoltare la pubblicità di articoli che già compra.

Inoltre la pubblicità non riesce a modificare le idee di clienti né ad abbattere i loro pareri negativi, e rischia se va contro alle opinioni o alle certezze del consumatore di avere un effetto contrario (effetto Boomerang). Senza parlare del fatto che gli utenti possono essere magari apatici, ma sicuramente non tonti. L’unico caso in cui può avere un effetto positivo, può essere quando la réclame ha uno scopo rafforzativo e non di aumento di consumatori interessati al prodotto.

Questi concetti sono ben definiti da Jacques Séguéla, che dice: “la pubblicità non sceglie per nessuno, permette solo di scegliere meglio”.

Bisogna infine osservare che aumentando i soldi impiegati nella pubblicità, si modifica la marca dei prodotti acquistati, ma rimangono stabili le spese effettuate dal consumatore e la tipologia di prodotti comprati. Per questo motivo non è importante quale teoria scegliere, ma piuttosto non considerare tale teoria come fatto reale, ma selezionare un metodo scientifico per valutare quanto effettivamente sia persuasiva una pubblicità.

Da qui la domanda iniziale: che significato attribuire alla parola “Efficacia”?