La comunicazione interpersonale che trasmette valore al prodotto

La comunicazione comprende tutte quelle attività, quali giornalismo, editoria elettronica, marketing, tese a trasmettere uno o più messaggi alle persone. Nel settore del web marketing un asset comunicativo di buona qualità è fondamentale per trasferire agli utenti la cognizione di valore del vostro prodotto.

Cosa si intende per comunicazione?

Quando parliamo di comunicazione, identifichiamo sia la sfera della vita di tutti i giorni, come una conversazione tra amici o un colloquio di lavoro, sia la sfera pubblicitaria. A seconda dell’ambito a cui ci si riferisce, la comunicazione presenta scopi differenti, e gli agenti della comunicazione possono essere individui in carne ed ossa ma anche entità di tipo artificiale come i chatbot.

Bisogna, infatti, considerare che è l’individuo a cui arriva la comunicazione a dare un significato a essa: essendo l’uomo un essere creativo che tende a dare un significato a tutto, si crea così un sistema di comunicazione con attributi particolari, dovuti a immaginazione e sviluppo di simbologie. Comunque è tuttora oggetto di dibattito se la comunicazione sia peculiarità degli individui con coscienza, o se sia possibile anche tra macchine: ogni cosa che può dare un significato, tendenzialmente può comunicare.

Quando c’è comunicazione c’è scambio tra individui (o meglio, soggetti differenti), di conseguenza la comunicazione non può che essere un’operazione che porta a collaborazione. Lo scambio d’informazioni non può essere solo in una direzione, ma deve essere un flusso bidirezionale. Nel caso la comunicazione sia unidirezionale, cioè con un individuo che parla a molti altri soggetti senza ascoltarli, non si parla più di comunicazione, ma piuttosto di diffusione d’informazioni o segnali.

Possiamo quindi osservare che quando si parla di comunicazione si possono avere situazioni come quella descritta da Danilo Dolci (struttura maieutica), in cui ci sono più individui che comunicano creando insieme un ambiente e una verità che condivideranno, o, in alternativa, una trasmissione d’informazioni in un’unica direzione, dove un individuo parla e gli altri ascoltano senza potere interagire (questa è la situazione tipica che si trova nelle comunicazioni televisive). Ovviamente esistono anche situazioni intermedie tipiche della vita quotidiana, come la comunicazione in famiglia, a scuola, tra amici e colleghi di ufficio.

Elementi della comunicazione

Per creare una comunicazione devono essere presenti diversi elementi: emittente, ricevente, codice, canale, contesto, referente. L’emittente è chi per mezzo di un messaggio farà partire la comunicazione, mentre chi riceve il messaggio, lo analizza, lo valuta e lo capisce è detto ricevente. Il codice è quello utilizzato per creare il messaggio, quindi può essere costituito da immagini, parole scritte o verbali, toni utilizzati. Con canale si definisce il mezzo attraverso cui viene trasmessa la comunicazione: scrittura, bit elettronici, onde elettromagnetiche, onde sonore…

Il contesto è l’ambito in cui si effettua la comunicazione, mentre il referente, l’argomento della comunicazione, cioè l’oggetto di cui parla il messaggio.

Essendo la comunicazione un processo bidirezionale, generalmente le persone implicate in essa sono emittenti e riceventi al tempo stesso. A dire il vero anche quando si ha una comunicazione unidirezionale, si ottiene in realtà uno scambio, anche se non direttamente verbale: il classico esempio è il detto ”parla pure, tanto non ti ascolto”.

L’assioma di Paul Watzlawick, definisce appunto questa situazione, stabilendo che se sono presenti più individui è praticamente impossibile che non ci sia comunicazione. Per esempio, anche quando ci si trova sul vagone della metropolitana, pur non parlando in modo esplicito, si comunica comunque con segnali che indicano alle persone accalcate vicino a noi, che, nonostante la vicinanza, non abbiamo intenzioni minacciose né d’invasione nelle loro faccende personali; chi ci sta vicino ci comunicherà, sempre in modo implicito che neanche da parte sua ci sono pari intenzioni.

Appare evidente quanto siano complicate le tecniche di comunicazione. Per esempio la comunicazione è fortemente influenzata dal mezzo utilizzato per comunicare: se per esempio si scrive una lettera, si utilizzerà un linguaggio molto più formale rispetto al caso di una telefonata, o ancora, se si usa il linguaggio Morse, per semplicità si trasmetterà un messaggio molto breve, comunicando lo stretto necessario.

Da ciò risulta chiaro che si sceglierà un mezzo di comunicazione al posto di un altro, a seconda del messaggio che si desidera inviare. A volte poi si possono comunicare in contemporanea due messaggi molto diversi tra loro, uno verbale e uno non verbale: è quello che per esempio accade quando si dice al proprio avversario in amore “piacere di conoscerti” quando in realtà con l’espressione del viso si comunica il messaggio opposto.

L’ambiente, o meglio, il contesto in cui avviene la comunicazione può infine causare incongruenze tra messaggio e interpretazione dello stesso: per esempio, in una classe di allievi, un insegnante può pensare di comunicare in modo partecipe ed egualitario, per contro, lo studente può percepire invece autorità e ingiustizia. Da questo si deduce che non è detto che la comunicazione sia effettivamente efficace: ogni individuo trova conferma di ciò in circostanze della propria vita quotidiana. Nello specifico, le divergenze d’idee, o la comunicazione con persone che presentano malattie mentali, sono casi singolari, che rendono l’interazione difficoltosa e creano notevole imbarazzo .

La comunicazione interpersonale

Nel 1967 Paul Wazlawick e altri suoi colleghi hanno inserito nell’analisi della comunicazione umana una novità di rilievo: la comunicazione tra persone è composta da una parte dall’argomento (cosa si dice per mezzo delle parole), dall’altra dalla relazione (ciò che viene lasciato da intuire, sia verbalmente che non verbalmente, in base al tipo di relazione che sussiste tra i due individui). Nel 1981, quindi più recentemente, è stato proposto dallo psicologo Friedemann Schulz von Thun (Università di Amburgo) un modello a quattro dimensioni, chiamato “quadrato della comunicazione”, formato da un ipotetico quadrato con un lato blu, uno giallo, uno verde e uno rosso.

Quadrato della comunicazione

Il lato in alto, quello blu, rappresenta il contenuto (l’argomento di cui si parla nella comunicazione), quello giallo, in basso, rappresenta la relazione (ciò che l’individuo che parla trasmette all’ascoltatore, riguardo all’opinione che ha di quest’ultimo). Il lato a sinistra, cioè quello verde, rappresenta la rivelazione, ovvero ciò che chi parla rivela di se stesso in modo volontario o involontario.

Infine, a destra c’è il lato rosso, l’appello, che indica ciò che chi sta comunicando vuole ricavare da chi ascolta (cosa vuole fargli pensare, provare, fare, dire). L’appello può essere implicito o esplicito. Le dimensioni del quadrato della comunicazione vanno valutate sia quando si trasmette un messaggio, sia quando lo si sta ricevendo e interpretando.

Quando si parla di ascolto, al posto del quadrato della comunicazione si utilizza l’espressione “quattro orecchie”. Facciamo un esempio: si utilizza l’orecchio giallo, quello cioè che ci consente di recepire attraverso la comunicazione quale considerazione ha di noi chi sta parlando. Da questo modello viene evidenziato come, in una comunicazione, chi ascolta possa dare a essa un significato piuttosto che un altro, variando così le caratteristiche dello scambio.

Se stiamo attenti, provando e riprovando è possibile scegliere su quale orecchio sintonizzarsi: in questo modo, invece di irritarsi mentre si ascolta perché si utilizza l’orecchio giallo, è possibile spostarsi sull’orecchio verde e domandarsi, invece, cosa prova chi parla comprendendo così il motivo della sua maniera di esprimersi.